giovedì 26 marzo 2015

Enrico Nigiotti

Io fiorentino, lui livornese, uno spasso. Ci siamo incontrati nella sua casa discografica e abbiamo parlato per un’oretta. E’ uno vero Enrico. Come mi ha raccontato, questo è il suo secondo treno della vita, si avete letto bene secondo treno, anche se, secondo me questo potrebbe essere, in verità, il suo terzo treno della vita. 
Il primo a 19 anni, quando i genitori, prima che partisse per una breve vacanza ad Amsterdam, lo chiamano d’urgenza a casa perché, avendo mandato alcuni provini alla Sugar di Caterina Caselli, li avevano richiamati per incontrarlo.

Tutto procede alla grandissima, in California con Corrado Rustici, in Italia con Michele Canova, tutti produttori di altissimo livello per l’esordio discografico di questo ragazzino livornese che però non avviene subito. Prima un super lavoro produttivo e poi (secondo treno) la decisione di partecipare ad Amici dove avviene l’imprevedibile. Si perché Enrico, ma molti di voi lo sapranno già, rimarrà nella storia come il primo, e finora unico, autoeliminato nella storia del programma di Maria De Filippi.

Proprio così, per non sfidare la sua, allora, fidanzatina, ha deciso di rinunciare alla sfida e ritirarsi. Il problema è che questa decisione, agli occhi dei più, lo etichettò come inaffidabile e testa pazza, così perso il contratto con Sugar ha cominciato a mandare provini alla gran parte di quelli che aveva conosciuto negli anni, salvo ricevere sempre porte in faccia.

Cosi, dovendo vivere e guadagnarsi da mangiare, comincia a fare il contadino con il nonno, esperienza che si rivelerà molto utile per il suo percorso umano. A questo punto arriva il terzo treno della vita. Sfiduciato da tutte le porte in faccia manda un ultimo demo ad Adele Di Palma, storica manager di Gianna Nannini, Fabrizio De Andrè e molti altri.

Lei s’innamora artisticamente parlando di Enrico e decide di affidarle alle cure musicali di Brando che con la sua Go Wild decide insieme ad Universal di puntarci ad occhi chiusi. Il risultato è un’ottima partecipazione a Sanremo 2015, ma soprattutto un bel disco “Qualcosa da decidere”, ben prodotto dallo stesso Brando e che gli permetterà fin da subito di aprire i concerti del prossimo tour di Gianna Nannini e poi successivamente, da solo, di girarsi l’Italia a portare la sua musica nei piccoli club. In bocca al lupo Enrico e, mi raccomando, non cambiare e rimani sempre così vero come ti ho conosciuto io.

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martedì 17 marzo 2015

Franco Trentalance

Mi chiamano e mi dicono che Franco Trentalance ha scritto un libro. Giusto per quei due o tre che non lo sapessero, è uno tra gli attori hard più noti a livello europeo con 18 anni di carriera, 440 film e 24 awards all’attivo.

Ha fatto di tutto, ma la visibilità maggiore l’ha avuto in occasione della sua partecipazione a “La Talpa” ed è proprio in quell’occasione che sono venuto a conoscenza della sua esistenza. Giuro.

Il primo pensiero è un insieme di pensieri: Rocco Siffredi è all’isola, io ho la possibilità di conoscere un altro TOP del loro settore, ci vado. Si ok ci vado ma cosa gli chiedo? Vado per il libro ok, ma io sono troppo curioso, ho la possibilità di incontrarlo privatamente e che faccio? Non lo inondo di domande sulla sua attività primaria? Ok gli faccio tutte le domande ma se poi gli faccio tutte le domande che voglio e lui, però giustamente, insiste per parlare solo del libro e s’incaxxa pure?

Ok sono andato e ho fatto tutto di cui sopra, tranne la parte finale: non solo non si è incazzato, ma anzi ha esaudito in modo impeccabile tutte le risposte alle mie innumerevoli domande. Partiamo dal fatto che ha scritto un libro dal titolo “Tre giorni di buio”.

E’ il suo secondo libro. Il primo è stata un’autobiografia, questo un thriller. Scritto a quattro mani con il giornalista Gianluca Versace è il suo primo romanzo d’invenzione che, senza rinunciare al sesso, dà vita alle diverse facce del male: vendetta, violenza e corruzione.

Trentalance e Versace raccontano, senza troppi fronzoli, gli atti compiuti da un serial killer ambientati nei giorni d’oggi e lentamente ci fanno conoscere personaggi dal profilo psicologico complesso portandone alla luce turbe, perversioni e ossessioni malsane.

“Ho un carattere positivo e ottimista, ma nutro curiosità peri lati oscuri dell’essere umano, racconta Trentalance, quanti di noi nascondono una zona buia? Quante persone sarebbero pronte ad agire per vendetta e con crudeltà se una situazione dovesse portarli al limite?

Proprio queste domande mi hanno spinto a scrivere un thriller dove, insieme a Versace, descrivo il male nei suoi aspetti peggiori e analizzo le debolezze umane sono una lente d’ingrandimento potente”. Come dite? E le mie domande? Le sue risposte? Cosa mi ha detto? Oh io sono andato per il libro, per il resto avrò occasione di raccontarvi… Forse… Nel frattempo faccio tesoro io delle “dritte” che mi ha dato!
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lunedì 16 marzo 2015

Dargen D'Amico

Si chiama Jacopo, ben vestito, deve il suo nome d’arte a quei libri/gioco che andavano di moda qualche decade fa dove uno dei personaggi era D’argento, così ha tolto l’accento ed è diventatoDargen
Delicato, pacato, riflessivo è totalmente l’opposto di quello che ti aspetti da un rapper , anche se, nel suo caso, definirlo solo rapper è quasi riduttivo.
Con “D’Io” siamo al 7/8 disco, si perché anche lui, considerando tutte le cose che ha pubblicato, fa fatica a ricordarsi a che numero siamo.

Sta crescendo, personalmente è il suo secondo disco che ascolto dopo quello dell’anno scorso ”Vivere aiuta a non morire”. Questo è un disco molto ben prodotto. Mi ha spiegato, sempre con la sua delicatezza, che con questo album ha tirato le somme di tutti i suoi lavori precedenti e, devo dire, che ha fatto un ottimo lavoro. A mio avviso, come ho detto a lui e, vista la mia natura radiofonica, credo che soprattutto due siano i brani adatti alle radio: il primo è “Amo Milano” che, effettivamente, è già stato trasmesso molto dai vari network nazionali, il secondo “Modigliani”, pezzo bellissimo che, mi ha confessato, ha faticato non poco a comporre e che , però, lui, nonostante sia già stato scelto come prossimo singolo, reputa difficile come testo. Non ha tutti i torti, ma, ripeto, secondo me è una bomba.

Dargen riesce a scrivere e comporre le sue canzoni solo a Milano. E’ una specie di maledizione per uno che ama viaggiare e al quale piacerebbe poter scrivere ogni volta che si trova in un posto diverso, invece no, non ci riesce, subisce quasi un blocco che gli impedisce di tramutare in musica i suoi pensieri del momento. Problema che si risolve automaticamente appena rientra a Milano. Qui magicamente torna la magia e suona, scrive e produce. Ha una sua casa di produzione ( si chiama Giada Mesi, che io pensavo fosse una donna vera, invece no è un nome senza senso creato appositamente), tra le sue scoperte Andrea Nardinocchi, rivelazione di qualche anno fa che, a breve, dovrebbe pubblicare un nuovo disco.

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giovedì 12 marzo 2015

Malika Ayane


Ho conosciuto Malika Ayane tre volte. Si avete letto bene. La prima volta nel 2010. Eravamo ospiti alla festa di compleanno di un’amica in comune e lei metteva i dischi. Si Malika faceva la DJ. 

La seconda volta quando, dovendo seguire il festival di Sanremo per la radio, nel 2013 mi ritrovavo ogni volta a intervistarla/chiacchierarci al telefono, in onda, alla fine di ogni sua esibizione. Ricordo ancora che, avendola praticamente chiamata ogni sera, anche quando non si esibiva, arrivammo la domenica sera e lei ci mandò un messaggio su twitter dicendoci che le mancavamo. La terza volta l’ho conosciuta pochi giorni fa in occasione della pubblicazione del suo ultimo disco Naif, nel quale è contenuto “Adesso e qui (nostalgico presente)” canzone con la quale si è classifica terza all’ultimo Festival di Sanremo, così tramite Alessandra, la nostra amica in comune di cui sopra, ho avuto il piacere di presentarle il disco a Firenze in occasione del suo instore tour.

Malika è davvero forte. Non si è limitata a presentare il disco scambiando due chiacchiere con i suoi fan, no ha fatto di più, si è portata dietro un chitarrista e tra una parola e l’altra ha cantato anche un bel po' di canzoni del suo disco… E io privilegiato che me la godevo accanto.
Le piace parlare molto e soprattutto raccontare. Raccontare l’eterna ricerca di suoni nuovi per il suo disco (girando pazientemente il mondo, non solo in Italia), raccontare le prese di giro dei compagni dei figli quando non ha vinto il festival, o anche quando ha letteralmente “asciugato” un commesso di un negozio di dischi londinese perché voleva il genere “salsa attuale”, o quando si rammarica dell’essere arrivata/esplosa nel mondo musicale quando ormai la festa (intesa come numeri di vendite di dischi) era finita. Nonostante tutto può vantarsi di aver venduto, sommando le copie vendute dei suoi dischi, quasi 500.000 copie, oro colato visti i tempi.
Malika è delicata, molto delicata, anche quando non si è incazzata tutte le volte che la chiamavo/storpiavo il suo nome cambiando/sbagliando l’accento (è più forte di me, per me suona meglio nel modo in cui la chiamo io!). Ha pazientemente firmato le copie del suo disco e fatto le foto con tutti, fino all’ultimo fan che era venuto per lei. Posso confermarlo perché siamo usciti insieme dal luogo dello Show Case. S’intitola “Naif” il suo ultimo album e lei, forse, un po' lo è o comunque lo fa credere molto bene, simpaticamente bene. Godetevelo e apprezzate questa ragazza simpatica e dotata di un talento eccezionale, personalmente, superiore a colleghe alla quale l’hanno spesso paragonata. Vai Malìka o Malíka e spacca tutto!

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