giovedì 24 aprile 2025

La maglia del Parma - Il ritorno di Puma e la maglia celebrativa di Stoichkov

 Recentemente ho presentato un evento con alcuni ex giocatori del Parma dei primi anni ’90, vi faccio qualche nome: il sindaco Marco Osio, Dino Baggio, Luigi Apolloni, Alberto Di Chiara, Fausto Pizzi, Alessandro Melli, il portiere Marco Ballotta e il Mister leggendario Nevio Scala. Ad un certo punto mi sono seduto accanto al Mister e a Pizzi e ci siamo messi a commentare lo stato di forma attuale del “ragazzi”, solo ad ascoltare i loro commenti ho capito perché quel Parma costruì le sue imprese entrando di prepotenza nella storia del calcio italiano.

Ho vissuto e goduto tutto il fantastico Parma degli anni ’90 che, per diverse stagioni, ha conteso il campionato alla Juve. Ricordo quando arrivò Hristo Stoichkov dal Barcellona, un anno solo, ma rimasto nella memoria di tutti nonostante la sua stagione, dal punto di vista numerico, non fu tra le migliori; in porta il campione del mondo brasiliano TaffarelGrunBrolinAsprilla e potrei stare qui a ricordarveli tutti.

La Maglia del Parma

E a proposito dell’unica stagione di Stoichkov al Parma, la maglietta di quella stagione, firmata da Puma, è stata fedelmente riproposta quest’anno, non per giocare le partite, ma solo per quanto riguarda il merchandising, con grandissimo successo di vendite. Bellissima, ho avuto modo di vederla allo store dello stadio in occasione di una delle ultime partite casalinghe.
"Ispirata alla terza maglia gara della stagione 1995/1996, con il main Sponsor Parmalat, indossata da giocatori come Fabio Cannavaro e dal fantasista Hristo Stoichkov, è entrata nella storia delle maglie del Club. Una maglia che, pur non essendo stata utilizzata durante il campionato, era tra i kit ufficiali di una
stagione memorabile del Parma Calcio, impreziosita dall’arrivo di campioni provenienti da tutto il mondo".

Parma e Puma un binomio che si è riformato a distanza di anni, proprio l’anno scorso. Quest’anno oltre alla già citata riedizione della maglie del 1995/1996 le nuove maglie, a mio avviso, molto belle, con citazioni storiche e anche un importante impegno sociale.

Partiamo dalla prima maglia: "La presentazione del nuovo Home Kit rappresenta ogni anno un omaggio alla tradizione e all’iconicità di una maglia che dal 1913 è una delle più amate e rappresentative del Club. In particolare, in questa stagione, assume un significato ancora più importante perché segna la celebrazione del ritorno in Serie A del Parma Calcio dopo tre anni in concomitanza con il Centenario dello stadio Ennio Tardini, inaugurato il 16 settembre del 1924 e intitolato a uno dei primi presidenti del Club che pose la prima pietra per la sua costruzione il 31 dicembre del 1922. In questo secolo di storia lo stadio Tardini ha ospitato grandi campioni provenienti da tutto il mondo, magiche notti europee e 8 trofei conquistati: oggi è uno degli stadi più antichi e più affascinanti d’Italia. Un fascino suscitato dalla linea liberty del suo celebre ingresso monumentale e, soprattutto, dalla sua stretta vicinanza al manto erboso di gioco, oltre che dalla sua collocazione nel centro cittadino. In occasione di questo importante anniversario, il Parma Calcio ha voluto rendere omaggio al Tardini con un logo celebrativo, un simbolo che non è solo un segno di riconoscenza verso il passato, ma anche un impegno per il futuro, per continuare a vivere e condividere nuove emozioni con tutti i tifosi. La nuova maglia Home nell’elegante colorway Puma White, ispirata all’inconfondibile Maja Crozäda dei primi Anni 80, disegnata nel 1913 dai calciatori Ugo Betti e Torquato Rossini, presenta l’iconica croce in Puma Black a contrasto, il colletto a girocollo e i profili delle maniche a contrasto in Puma Black. Impreziosita dal logo Tardini 100 che celebra lo storico legame fra la squadra e il proprio stadio nell’anno del Centenario".


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venerdì 18 aprile 2025

La maglia viola: la vittoria della Supercoppa, Irina Te Amo, Kanchelskis e le ciliegine

 Nel 1996 avevo 16 anni, stavo per iniziare la terza liceo e alla fine di agosto in occasione della Finale di Supercoppa contro il Milan, la Fiorentina sbanca Milano con il famoso “Irina te Amo” di Batistuta alla telecamera dopo aver segnato un gran goal.

Se mi avessero detto che 23 anni dopo avrei presentato la festa per i 50 anni di Batistuta in Piazza Signoria a Firenze e avrei conosciuto anche “la famosa” Irina, non c’avrei mai creduto.


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Questi sono gli anni che ricordo con maggiore gioia, a metà anni ’90 la Fiorentina era una delle sette sorelle del calcio italiano, sempre in lotta per i primi posti e ogni anno si festeggiava la fine del calciomercato con la “ciliegina” dell’allora presidente Vittorio Cecchi Gori. Ricordo un coro della Curva Fiesole, dopo l’uscita e il successo del “Il Ciclone” di Pieraccioni nei cinema di tutta Italia con record d’incassi incredibili: ”Con i soldi del Ciclone tu’ ci compri un ciliegione" geniali.


L’anno prima avevamo vinto la Coppa Italia vincendo tutte le partite, la stagione ’96/’97 parte benissimo con la vittoria in Supercoppa con il Milan (prima squadra a vincere la Coppa Italia a battere la vincitrice dello scudetto) e malissimo in Serie A con la sconfitta in casa contro il Vicenza (quattro goal di Otero) alla prima di campionato.

Parallelamente va benissimo in Coppa della Coppe, coppa che non esiste più, ma che al tempo permetteva alle vincitrici delle coppe di lega nazionali di sfidarsi in Europa.

Fummo eliminati dal Barcellona di Ronaldo in semifinale.
In Coppa Italia, da campione in carica, fu eliminata al terzo turno dal Bologna.

Era una super Fiorentina, con Toldo in porta, in difesa Carnasciali, Amoruso, Firicano, Falcone, Pusceddu, Serena, Padalino, a centrocampo Piacentini, lo svedese Schwarz (vi ricordate il coro che gli fu dedicato?), Cois, Bigica, Massimo Orlando e in attacco Bati , Rui, Baiano, Spadino Robbiati, Oliveira (anche il coro dedicato lui fu geniale : “Inventa il rigore che non c’era… Eeeeeeeh Oliveira!”) E ovviamente lo sfortunatissimo ciliegione: Andrei Kanchelskis, che ho rivisto in occasione della festa dei 90 della Fiorentina del 2016, se non mi avessero detto che era lui non l’avrei mai riconosciuto.


Come detto la stagione partì sotto i migliori auspici, ma a lungo andare non si rivelò una stagione memorabile, a raccontarmelo è proprio Aldo Firicano arrivato quell’anno in Fiorentina dal Cagliari insieme al terzino Pusceddu e all’attaccante Oliveira.

"Era appena uscita la sentenza Bosman che permetteva di liberarsi a parametro zero a fine contratto e io approdai con questa formula alla Fiorentina. Ricordo l’emozione della presentazione sotto la Curva Fiesole a luglio con un caldo pazzesco, l’attesa nel sottopassaggio prima di salire le scalette ed essere accolti da un bagno di folla incredibile, a Cagliari non era mai successa una cosa del genere per una presentazione. Il fatto di essere arrivati in tre ha agevolato molto il nostro inserimento nella squadra, però va anche detto che quello in cui siamo entrati era davvero un gran bel gruppo. Eravamo spesso a cena fuori insieme Degli anni in viola, ricordo la telefonata che mi fece il Trap prima di venire a Firenze, lo avevo avuto qualche anno prima a Cagliari come allenatore, ma nel ’98 prima di arrivare mi chiamò per sapere che situazione avrebbe trovato: lui aveva già deciso di venire, ma sono sicuro di aver contribuito in parte alla sua convinzione a venire avendogli parlato benissimo di Firenze e della Fiorentina. Un altro grande allenatore che hai avuto in quegli anni è stato Terim, un vero trascinatore, a livello tattico, soprattutto difensivo, lasciava un po’ a desiderare , ma per il resto aveva davvero una gran bella personalità".

Aldo che rapporto avevi e hai con le magliette? Le collezioni, le hai conservate?
"E’ un mio grande rimpianto, al tempo non mi interessava molto scambiarle o collezionare, adesso un po’ me ne pento. Al netto tra regali e tralsochi, ne avrò conservate una quindicina, una che conservo gelosamente è senza dubbio la maglia celebrativa del Cagliari dello scudetto!".

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giovedì 10 aprile 2025

La maglia della Roma - Il rispetto per la storia giallorossa e l'archivio storico di Trigoria

La Roma ha una cosa che tutte le società di calcio, o almeno tutte le società di Serie A,

dovrebbero avere ovvero l’archivio storico.

Si perchè questa cosa non è scontata, anzi credo che la Roma sia l’unica società ad averlo tra

quelle più importanti, e, attenzione, non parlo di museo, ma proprio di archivio personale

societario. Grazie ai ragazzi dell’ufficio stampa, marketing e dell’archivio storico dell’ AS Roma ho

avuto modo di scoprire l’universo Roma.


Nel 2012 la società decide di dare vita all’archivio storico con un grandissimo lavoro di recupero

del materiale per raccontare la storia della Roma: roba ritrovata in sede, donazioni da parte di ex

giocatori, dirigenti, dipendenti, calciatori, ad oggi siamo arrivati ad oltre 140mila oggetti.

Non solo cimeli da gioco, oltre 1100 magliette tutte autentiche, ma anche documenti, contratti

tutti verificati. L’aiuto dei collezionisti, mi ha confermato Luca, è stato fondamentale.

Tornando all’archivio si trovano anche maglie non della Roma, ma legate ad essa come per

esempio la maglia di Falcao dell’Internacional di Porto Alegre, la maglia di Bruno Conti al

Mondiale dell’82, la maglia di De Sisti a Mexico ’70 e la maglia di Cristante nell’ultimo Europeo

vinto dall’Italia nel 2021.



Io per esempio sono tra quelli a cui piace tantissimo il lupetto di Gratton simbolo della Roma

degli anni ’80, ecco nell’archivio sono conservati i bozzetti che portarono a quell’iconico logo.

Ovviamente sono riusciti a recuperare anche la prima maglia della Roma del 1927/1928 di

Antonio Maddaluno.


Potrei continuare a scrivere solo dell’archivio, ci tengo in modo particolare perché, anche grazie

all’archivio, Adidas ha creato alcune bellissime maglie degli ultimi anni.



Per la prima maglia di quest’anno per esempio il brand tedesco ha preso spunto da un

abbonamento del 1933/1934 con il rosso scuro e l’oro per le scritte, per la seconda maglia si è

reso omaggio al quartiere Testaccio feudo romanista per eccellenza e dove c’era proprio il campo

da gioco ovvero “Campo Testaccio” dove i giallorossi c’hanno giocato dal 1929 al 1940.



L’anfora, simbolo ed icona artistica del rione di Testaccio, compare sulla maglia come un dettaglio

applicato sul retrocoletto. Il riferimento è al Monte dei Cocci, una collina artificiale di epoca

romana frutto dell’accumulo di milioni di frammenti di anfore usate per il trasporto delle merci che

giungevano via nave al porto fluviale sul Tevere. 



La terza maglia è un omaggio ad una maglia che

ebbe tantissimo successo tra i tifosi, un po’ meno sul campo. Nel ’91’92 infatti con la maglia blu

fu giocata solamente una partita di Coppa delle Coppe contro il Monaco, non andò benissimo.



Adidas l’ha attualizzata quest’anno con sul petto il monogramma ASR del 1933, realizzato in

giallo bordato rosso su fondo nero, davvero molto, molto bella. Aggiungerei anche la maglia

utilizzata solo nel derby dell’anno scorso e sempre realizzata da Adidas, lo stemma è stato

ricomposto dall'Archivio Storico con elementi autentici e propri della storia e dell'identità dell'AS

Roma. In questo modo l'Archivio ha 'fermato' in una forma elegante e moderna le innumerevoli

versioni del primo stemma usate dal club tra il 1927 e il 1959. Questi sono tutti esempi di come gli

archivi delle società possano essere di aiuto, non solo alle nuove proprietà per conoscere la

storia, capire, comprendere i tifosi, ma anche ai più giovani per ricordare e non dimenticare.Grazie ancora per avermi aperto le porte del mondo Roma, un mondo bellissimo ricco di storia e

soprattutto ben conservata.



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La maglia del Cagliari - Tradizione, brand sardo con uno speciale omaggio alla Cina

  Erano due o tre anni che mi chiedevo quale fosse la marca di abbigliamento che vestiva il  Cagliari , non la conoscevo, e come tutte le co...