mercoledì 14 febbraio 2018

La prima di Jovanotti al Forum di Assago a Milano 2018

Dopo il monologo a Sanremo, divenuto virale sul web, molti hanno scritto che se Favino fosse nato in America avrebbe già vinto l'Oscar.
Da quando sono piccolo sento dire che se Vasco era nato in America adesso era una star planetaria.

Ieri sera mentre ero tra le 11mila persone dentro al Forum di Assago a Milano, tutto esaurito per la prima del nuovo tour di Jovanotti, mi sono chiesto più volte: ma se Lorenzo Cherubini da Roma, ma residente a Cortona in Toscana, fosse nato in Arkansas?
Si me lo sono chiesto più volte. Come mi ripetevo più volte tra me e me: cavolo oh ma questo ha 52 anni, salta da una parte all'altra del palco (enorme, gigantesco, una croce in mezzo al Forum e sarà così in tutti i palazzetti italiani che visiterà), non accenna al minimo fiatone. Io, nel raggiungere il mio posto, con passo leggermente accelerato dal parcheggio alla tribuna, vabbè lasciamo perdere...

Andiamo avanti per luoghi comuni, dell'età l'ho scritto, del fatto che se fosse nato in America l'ho scritto... Ah si, ma che migliora con il tempo come il vino ( e lo scrivo da astemio...), ecco ho scritto anche questo.
Una cosa pazzesca, incredibile.

I concerti di Jovanotti hanno solo un problema enorme, gigantesco: ti abituano ad uno standard troppo alto, diventano un riferimento, un termine di paragone con il quale in Italia difficilmente puoi, anzi gli altri cantanti italiani possono competere.
Così vai a vedere altri concerti e inevitabilmente ti escono fuori frasi del tipo:"Per carità bello, però ragazzi Jovanotti un altro livello...!" Che vi piacciano le sue canzoni o no, i suoi show sono impeccabili. Non ci sono pause, non hai nemmeno il tempo di andare in bagno perchè sai che potresti rischiare di perderti qualche trovata scenografica.
Se avrete la possibilità di andare a vedere una delle prossime 60 date del suo tour magari capirete perchè... Il paragone sono le grandi produzioni straniere e ve lo dice uno che di concerti ne vede parecchi!


Scaletta con pochi pezzi nuovi, ma ben inseriti nel contesto. Non per niente, come ha sottolineato lo stesso Jovanotti a fine concerto, lui è prima di tutto un DJ e sa esattamente come e dove mettere i pezzi giusti al momento giusto dello show.
Si lo ha detto lui perchè subito dopo il concerto ha incontrato i giornalisti, cosa più unica che rara, ma che si è rivelata molto, molto interessante. Ha aiutato a capire tanti aspetti dello show che a molti potevano sembrare inspiegabili, come la presenza di numerosi lampadari appesi al soffitto (lo ha ispirato un lampadario appeso in una delle sale della Villa che ha utilizzato a Firenze per registrare il nuovo disco con Rick Rubin), piuttosto che i problemi avuti per testare, prima volta in Europa la pedana rotante/elevata che a metà spettacolo circa lo porta da una parte all'altra del Forum per il suo personale DJ Set.
Lorenzo ti spiega, ti fa riflettere, capisci che dietro ogni dettagli dello show c'è un lavoro di mesi e ti fa ridere di gusto quando alla domanda: "Non pensi di stancarti di fare ogni sera la stessa scaletta per 60 date?" lui risponde con un'altra domanda:"Perchè non chiedi ad un pilota di Formula 1 se non si rompe i coglioni a fare 60 volte lo stesso giro della stessa pista?"



Si Jovanotti è così, scende dal palco dopo 3 ore di concerto tiratissimo e non solo non è stanco, anzi starebbe fino al mattino a raccontarti tutti gli aneddoti e le storie legate alla realizzazione di questo tour pazzesco.

Le hit ci sono tutte, alcune, come "Ciao Mamma", con l'arrangiamento originale, altre come l'Ombelico del Mondo, Penso Positivo super mega esplosive e sempre con un sound fresco e attuale (Penso Positivo è del 1994 e l'Ombelico del 1995!!!)
Non voglio spoilerare troppo e soprattutto non voglio togliere la sorpresa a chi ha già comprato il biglietto e presto andrà a vederlo, ma la domanda comunque rimane: ma se Jovanotti fosse nato in America? Joe Vannotti! Yo!

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