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Alla scoperta di una storia bellissima quanto sconosciuta: tra le musiche che mandano in delirio i tifosi di Denver alla Ball Arena, ci sono anche quelle di una coppia di producer/DJ italiani. Abbiamo chiesto al responsabile della "game presentation" dei Nuggets di spiegarci com'è nato questo strano matrimonio.
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DENVER - Pensare che l'unica traccia di Italia ai Denver Nuggets fosse scomparsa al termine della stagione 2016-17 - quella dell'addio di Danilo Gallinari al Colorado, direzione L.A. Clippers - è legittimo e naturale. Solo che non corrisponde al vero. Nessun azzurro veste la maglia di Denver, certo, ma un viaggio nelle Rocky Mountains per le finali NBA fa scoprire che a ogni partita dei Nuggets un piccolo pezzo d'Italia c'è comunque - basta alzare il volume. Il merito infatti è di due producer/DJ che chiamano rispettivamente casa Firenze e Lecce - Carlo Nicoletti (per tutti Carletto) e Giorgio Romano (aka BeatSmash) - che ormai da qualche anno collaborano stabilmente con la franchigia del Colorado, dopo aver prestato la loro arte già anche alle Major League Soccer, al mondo dell'Ultimate Fighting e dell'MMA. "Dal 2019 c'è una canzone, 'Bodied', che abbiamo utilizzato per l'introduzione della squadra, usandola probabilmente per una ventina di partite", ci racconta Steve Johnston, executive producer che per i Denver Nuggets cura quella che qui chiamano "game presentation", ovvero lo spettacolare show di immagini e musica che infiamma la Ball Arena ogni sera. Anche grazie al contributo "Made in Italy" di Carlo e Giorgio: "Ci hanno contattato attraverso i social media e la cosa poi è cresciuta nel tempo, fino alla creazione di una canzone prodotta appositamente per i Nuggets che siamo felicissimi di poter utilizzare in queste finali", afferma Johnston.
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"Un beat stracarico di energia: perfetto per una partita di basket"
Così è stato: prima del via del quarto quarto di gara-1, dal jumbotron della Ball Arena è riecheggiata la creazione di BeatSmash e Carletto, colonna sonora perfetta per le imprese di Jamal Murray e Nikola Jokic.
"Giorgio lo abbiamo ospitato qui a Denver - racconta Johnston - è venuto a bordocampo a seguire una partita e ad ascoltare dal vivo la sua musica. In quell'occasione è stato anche intervistato e ha avuto la possibilità di entrare in campo e prendere l'ultimo tiro prima della palla a due: un momento davvero bellissimo per tutti noi". E il rapporto tra il duo italiano e la franchigia del Colorado non sembra destinato a interrompersi presto: "Noi amiamo lavorare con piccoli artisti indipendenti, meglio ancora se del panorama internazionale", conclude ancora Johnston. "La musica di BeatSmash e di Carlo ha davvero un beat stracarico di energia, ed è perfetta per una partita di basket: è questo quello che ci piace di più del loro lavoro". Un pizzico di Italia nella corsa all'anello dei Nuggets: c'è di che essere orgogliosi.
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