giovedì 20 marzo 2025

La Maglia Viola, Il nuovo logo e le due finali perse nella stessa stagione

"Il nuovo logo nasce da quando siamo arrivati. E’ un lavoro che è andato avanti per due anni, anche con i tifosi e le istituzioni. La parola ACF legalmente non significa Associazione Calcio Fiorentina o Associazione Calcio Firenze. Sono solo tre lettere, ACF. Nel nuovo logo non ci sarà. La volontà è di rispettare il giglio, la Fiorentina con il colore viola, e la parola Viola. Il logo è un collegamento con la Fiorentina degli anni ’60, che ha vinto tanto in Italia e in Europa. La V di Viola è la parola di riferimento, la Viola è Fiorentina. La V si vede al Viola Park, sono convinto che questo sia il futuro della Fiorentina. Nelle maglie sotto il logo ci sarà la parola Fiorentina, ma non ci sarà ACF nelle maglie gara della prossima stagione”.


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Ecco spiegata la nascita del logo che ad oggi compare sulle divise della squadra viola. La Stagione 2022/2023 non inizia nel migliore dei modi, dopo l’addio a metà stagione dell’anno precedente di Vlahovic, arriva anche il mancato rinnovo di uno dei protagonisti della stagione precedente ovvero il centrocampista Torreira. In panchina confermato Vincenzo Italiano, che dopo anni riporta la Fiorentina a disputare le coppe europee (la Conference League ndr), e arrivano Gollini in porta, Dodò in difesa, Mandragora Barak a centrocampo e Jovic in attacco. Sulla carta sembra più forte dell’anno precedetente, purtroppo però Jovic farà rimpiangere Vlahovic e in coppia con Cabral non regaleranno grandi gioie in termini di reti, in compenso la squadra riesce a raggiungere la Finale di Conference League perdendola contro il West Ham e la Finale di Coppa Italia perdendo anche questa contro l’Inter.


Come dicevamo però la grande novità è il nuovo logo societario che ovviamente monopolizza la scelta grafica delle nuove maglie.

Si parte con la prima maglia, la classica viola che presenta “forme a "diamante quadrato" che si dipartono dallo stemma recentemente aggiornato, imitandone il contorno. Questo crea un motivo chevron decentrato sulla parte anteriore della maglia. Oltre a questa caratteristica unica, la maglia da calcio home Kappa Fiorentina 2022-23 ha maniche raglan semplici e un retro viola semplice, con il tradizionale posizionamento di tutti i loghi.”


Si passa alla seconda, bianca che con una doppia V sul davanti ricorda un pò la maglia della squadra argentina del Velez. 


La terza maglia di questa stagione rimane tra le mie preferite in quanto a eleganze e senso di appartenenza: è di colore navy con finiture dorate su polsini ed è un omaggio alla sala dei Gigli al Palagio di Parte Guelfa.


La quarta ed ultima maglia di quella stagione è nera con forme a V viola sfumate che scendono sul lato sinistro, dietro lo stemma.


La particolarità di questa maglia è che a disegnarla fu un tifoso che vinse il Contest organizzato dalla società, un’ottima idea che io avrei replicato anche negli anni successivi.


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lunedì 24 febbraio 2025

La maglia del Venezia - Nocta e le maglie del brand del rapper Drake

 Oggi vi parlo di una maglia particolare, speciale e molto originale: quella del Venezia. Qualche mese fa dovevo scrivere un pezzo sempre “argomento maglie calcio” e, non ricordando alcuni episodi, chiamo il mio amico Andrea Rogg che non sentivo da qualche anno, con mia grande e piacevole sorpresa scopro che era tornato al Venezia, così ne approfitto immediatamente e gli spiego del mio progetto editoriale sulle maglie. In men che non si dica mi mette in contatto con Fabrizia Monteleone.

Grazie a Fabrizia Monteleone, Brand Manager di Venezia FC, ho avuto l'opportunità di scoprire una realtà calcistica innovativa, creativa e profondamente legata alla cultura veneziana. Dopo una formazione in design della moda e varie esperienze nel mondo del fashion lifestyle, Fabrizia entra a far parte del team di Venezia FC, che, all'epoca, era guidato dal CMO Ted Philipakos, con Kappa come sponsor tecnico. A partire dalla stagione 2021/22, grazie anche al contributo creativo del graphic designer Mirko Borsche, il club avvia un percorso di rinnovamento stilistico, consolidando così l'identità visiva del club e trasformando lo stemma in un simbolo iconico.

LA MAGLIA DEL VENEZIA

Arriviamo ai giorni nostri, concludendosi il contratto con Kappa e attraversando una fase di cambiamenti interni, inclusi aspetti di ownership, si apre un nuovo capitolo per il Venezia FC, segnato dall'innovativo accordo con NOCTA.

NOCTA, il brand di abbigliamento lanciato da Drake, diventa così lo sponsor ufficiale delle maglie del Venezia. Per chi non lo conoscesse, NOCTA rappresenta una linea di abbigliamento che riflette lo stile personale e la visione creativa di Drake, pensata per unire estetica urbana e performance sportiva.

Fabrizia, sai perché Drake ha deciso di chiamare il suo marchio Nocta?
"NOCTA prende il nome dalla notte, un momento particolarmente significativo per Drake. La notte rappresenta il periodo in cui l'artista si sente più creativo e ispirato, soprattutto per comporre musica. Con NOCTA, Drake ha voluto rendere omaggio a questa connessione personale, creando una linea di abbigliamento che riflette l'energia e l'intimità di quelle ore notturne".

Il design delle maglie del Venezia è stato frutto di un processo collaborativo?
"Sì, il design delle maglie è il risultato di un confronto costante tra il team creativo di NOCTA, e il team interno del Venezia FC. Questo dialogo unisce l’innovazione e la visione contemporanea di NOCTA con la tradizione e il rispetto per i codici del Club. Ogni elemento delle maglie riflette un
equilibrio tra il richiamo ai colori sociali, i simboli della città di Venezia e un’estetica moderna che guarda al futuro".

I tifosi come stanno reagendo a questa crescente popolarità globale?

"Inizialmente c’era un po’ di scetticismo, com’è normale quando si intraprendono nuove direzioni. Tuttavia, oggi l’entusiasmo è palpabile, grazie alla visione e alla crescita del club, che ha saputo creare un ambiente positivo e una forte identità. La risonanza globale del brand ha portato sempre più influencer, star della musica e dello spettacolo a farsi fotografare con le maglie del Venezia, contribuendo a diffondere il nostro nome in tutto il mondo".

Una sponsorizzazione che sembra particolarmente in sintonia con il club è quella di Cynar.
"Esatto, lo sponsor Cynar è perfettamente coerente con il linguaggio e l’identità del Venezia. Questo marchio non solo fa felici i locali, ma anche gli appassionati internazionali dello spritz e del 'mood' veneziano. Rappresenta un legame autentico con il territorio e si integra armoniosamente con le nostre maglie".

Sì Fabrizia, condivido in pieno. Le maglie del Venezia hanno conquistato per il loro stile unico.
"Ogni dettaglio dimostra l’idea di un prodotto che va oltre il semplice utilizzo sportivo per diventare un vero e proprio capo alla moda. La prima maglia, nera ed elegante, e la seconda, bianca con un richiamo agli anni ’90, rispecchiano questa filosofia. Non mancano le varianti pre-match, da allenamento e per i portieri, tutte caratterizzate da colori e design distintivi. Anche la scelta di produrre maglie da gara a maniche lunghe, una rarità oggi, sottolinea il desiderio di distinguersi".

Avete anche una collezione lifestyle in fase di sviluppo.
"Accanto alle maglie ufficiali, il Venezia FC sta lavorando attivamente alla creazione di una collezione lifestyle che sta suscitando grande interesse tra i tifosi. Questo progetto conferma l’attenzione del club per lo stile e la creatività, con l’ambizione di offrire un prodotto che vada oltre il campo da gioco".

Venezia FC continua a essere un esempio di come tradizione, innovazione e creatività possano convivere, regalando al club un’identità unica nel panorama calcistico globale.


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giovedì 20 febbraio 2025

La maglia viola: la prima Fiorentina senza Antognoni e con Eriksson in panchina

 Oggi parliamo della stagione 1987/1988 e per farlo ho chiamato un amico, un ex calciatore che quella stagione se la ricorderà per tutta la vita. Si chiama Paolo Ciucchi, in quegli anni era il centravanti titolare della Primavera viola che vinse il Torneo di Viareggio, che disputò 5 partite in Serie A e che in una di questa sostituì lui: Roberto Baggio.


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Partiamo dall’inizio. Paolo arriva alla Fiorentina nell’estate del 1982, quella post mondiale vinto in Spagna e, soprattutto, la stagione successiva allo scudetto perso all’ultima giornata a favore della Juve. Inizia nella categoria Allievi e nel giro di cinque anni arriva a suon di goal in Serie A attraverso una finale del Torneo di Viareggio persa con compagno d’attacco un certo Igor Protti (in prestito solo per il Viareggio). Nel Febbraio 1988 accade tutto in tre giorni: sabato 13 Febbraio 1988 gioca, vince e segna nella semifinale contro il Milan al torneo di Viareggio, la sera raggiunge la Certosa a Firenze dove è in ritiro la prima squadra. Domenica 14 Febbraio entra al 67 minuto al posto di Davide Pellegrini, esordio in Serie A allo stadio Comunale di Firenze contro l’Empoli, la sera torna in ritiro a Viareggio per la finale del girono successivo. Lunedì 15 Febbraio gioca la finale contro il Torino, vince 1-0 ed è capocannoniere di quella edizione del Torneo di Viareggio.

Tre giorni incredibili considerando anche che in quegli anni non esistevano le rose lunghe, in panchina andavano massimo 5 giocatori, compreso il portiere, erano ammessi solo due stranieri e potevano essere effettuate solo due sostituzioni. Da li al termine della stagione Paolo giocherà altre quattro partite (tutto il campionato erano 30 perchè c’erano solo 16 squadre), ma un altro momento emozionate rimarrà sicuramente il 20 marzo 1988, Fiorentina-Cesena, minuto 71, esce Roberto Baggio, entra Paolo Ciucchi. Paolo oggi vive a Firenze, allena gli Esordienti 2012 del Tavarnuzze ed era già da qualche settimana che provavo a chiamarlo. Domenica ci siamo visti allo stadio e quando gli ho detto che lo stavo cercando, ma non rispondeva ai messaggi mi ha detto: "Non pensavo fossi davvero te, pensavo fosse qualcuno che si spacciava per te". Favoloso. Paolo è davvero una bravissima persona, onesta, corretta, e forse proprio questa grande onestà e correttezza non lo hanno premiato quando avrebbe dovuto affidarsi alle persone giuste per rimanere nel calcio che conta.


“In tre giorni mi cambiò la vita, fui aggregato in pianta stabile in prima squadra, piacevo molto a Eriksson che mi seguiva in Primavera, considera che feci tutto il ritiro della stagione successiva quella della stagione ’88/’89 con la prima squadra, prima di essere ceduto a settembre alla Centese. Ricordo Dunga, appena arrivato, che mi dava un sacco di consigli, ma s’incazzava anche parecchio, Diaz che, non attraversando un buon periodo, non mi passò la palla nonostante fossi da solo davanti alla porta, Sono ancora in contatto con Landucci, Bosco e naturalmente i “fiorentini” come Celeste Pin. L’unico errore che posso imputarmi e di non essere stato bravo a capire quello che avevano in mente per me e gli altri ragazzi della primavera: c’erano altri ragazzi forti, però fummo spediti tutti in Serie C, quando, con il senno di poi, saremmo potuti tutti, o quasi, andare a giocare almeno in Serie B”.

La Fiorentina ’87/’88 fu la prima senza Giancarlo Antognoni e la prima con Baggio protagonista, in attacco giocavano Diaz e il capocannoniere della stagione precedente Rebonato, in difesa lo svedese Hysen, Contratto, Carobbi, Battistini, mentre a centrocampo il già citato Roberto Bosco, un giovanissimo Nicola Berti, che a fine stagione fu venduto all’Inter insieme a Diaz, e poi Pellegrini, Di Chiara, Onorati e Gelsi. In campionato si classificò all’ottavo posto mancando la qualificazione in Europa, il capocannoniere fu Diaz con 12 reti, di cui 7 in campionato. Paolo conservi ancora la maglietta dell’esordio? “Non toccare questo argomento, la prestai per esporla e non è più tornata indietro…”. La maglietta di quell’anno era prodotta da N2, un brand collegato alla NR di Nicola Raccuglia. Fu l’ultimo anno di cinque. Lo sponsor Crodino rimase anche l’anno successivo quando, come abbiamo già visto, la Fiorentina cominciò a vestire S ABM.

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venerdì 14 febbraio 2025

La maglia viola: L’ultimo titolo vinto, la cessione di Batistuta e la maglia argentata.

La prima Fiorentina del nuovo millennio, ovvero quella della stagione 2000/2001 parte subito con una cessione eccellente dal valore di circa 70 miliardi della vecchie lire, 35 milioni di euro al cambio attuale : dopo 9 anni lascia Firenze, per andare a vincere lo scudetto a Roma, il bomber viola per eccellenza ovvero Gabriel Omar Batistuta


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E’ una Fiorentina totalmente rinnovata a cominciare dall’allenatore: via Trapattoni, dopo aver sfiorato lo scudetto, e panchina affidata al turco Fatih Terim. Ricordo che erano i primi anni che trasmettevo in radio, per la precisione a Radio Planet, era in vetrine di fronte all’ingresso della tribuna autorità, dove adesso c’è il Fiorentina Store.

La cessione di Bati ci turbò tutti, ma alla fine nemmeno più di tanto, se si pensa che, esattamente dieci anni prima, era stato venduto Baggio alla Juve e la città fu messa a ferro e fuoco.

Ricordo un’estate anestetizzata dal calcio mercato in attesa di capire chi sarebbe stato il successore del bomber argentino. Il successore non fu uno solo infatti, bensì due: Nuno Gomes, portoghese che godeva della nostra fiducia grazie alle belle parole spese su di lui da Rui Costa, e tale Leandro, giovane attaccante brasiliano che, se dovesse capitarmi di incontrare per strada non lo riconoscerei nemmeno…

Fortunatamente in attacco rimase Enrico Chiesa che in quella stagione realizzò ben 27 reti di cui 22 solo in campionato. Alla fine Nuno Gomes tra campionato, Coppa Italia e Coppa Uefa portò a casa un bottino di 13 reti totali che gli valsero la conferma anche per l’anno successivo, Leandro invece 9 di cui 5 in campionato, ma nel suo caso non servirono per farlo rimanere a Firenze.


Della super Fiorentina stellare di Trapattoni che aveva sfiorato lo scudetto due anni prima (non c’è bisogno di ricordare nuovamente del carnevale di Rio e di Edmundo), erano rimasti: Cois, Di Livio, Torricelli, Firicano, Mijatovic, Toldo, Repka, il già citato Chiesa e qualche giovane aggregato dalla primavera. 


La stagione sembrava promettere bene, il gioco di Terim era spettacolare, non per niente l’anno precedente aveva vinto la Coppa Uefa con il Galatasaray.

Vittorie schiaccianti contro Inter a Firenze, ma soprattutto un 4-0 devastante contro il Milan (proprio questa vittoria convincerà il presidente Berlusconi a chiamarlo per allenare Milan, cosa che fece infuriare Cecchi Gori che decise di esonerarlo prima della fine della stagione), o un 6-0 contro il Brescia, ma anche sconfitte rocambolesche in casa contro il Perugia per 4-3 o con la Lazio 4-1. Alla 21esima giornata subentra provvisoriamente Luciano Chiarugi per poi lasciare, grazie ad una deroga, la panchina ad un esordiente Roberto Mancini.

A fine anno la Fiorentina si classifica al nono posto e si qualifica alle coppe europee grazie all’ultimo titolo vinto fino ad oggi, ovvero la Coppa Italia ai danni del Parma.

In Coppa Uefa invece viene eliminata al primo turno dal Tirol Innsbruck. Questa fu l’ultima Fiorentina competitiva del decennio dei Cecchi Gori, al termine di questa stagione, infatti, era chiaro che tirasse una brutta aria dal momento che furono ceduti, per far cassa, sia Rui Costa, al Milan, che Toldo all’Inter.


Per quanto riguarda la maglietta, dopo tre anni di sponsor tecnico Fila ci fu il passaggio, per un solo anno alla Diadora che per essere onesti non realizzò maglie eccezionali: la classica viola, quella bianca,  l’exploit ci fu con la terza.

Per la terza maglia infatti fu utilizzato un inedito colore argento/grigio. Diadora durò solo una stagione, poi ci fu il passaggio a Mizuno per la stagione che passerà alla storia come quella del fallimento.


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giovedì 13 febbraio 2025

La maglia dell'Udinese - 13 bottigliette di plastica per fare una maglia ecosostenibile

 Udine ha sempre avuto un fascino particolare ai miei occhi, ricordo quando ero piccolo Zico, De Vitis, Abel Balbo, Sensini, Bierhoff, in tempi più recenti Di Natale, Quagliarella, Delofeu, De Paul e quest’anno un super Lucca. Non c’è che dire, la famiglia Pozzo ha fatto dell’Udinese un fiore all’occhiello nel panorama calcistico italiano e internazionale.

Come dicevo ho sempre avuto in simpatia l’Udinese e il caso ha voluto che ci abbia allenato un caro amico come Luca Gotti e attualmente uno dei dirigenti sia un altro carissimo amico come Gian Luca Nani. Ho disturbato proprio Gian Luca per farmi raccontare e curiosare sulle maglie di quest’anno e lui mi ha detto che Jacopo Romeo, responsabile comunicazione e ufficio stampa del club, sarebbe stata la persona più adatta ad esaudire tutte le mie curiosità, e così è stato.


Sono rimasto a bocca aperta quando Jacopo mi ha illustrato tutte le novità che riguardano, non solo la parte grafica delle maglie, ma anche e soprattutto i materiali: da qualche anno infatti l’Udinese, in collaborazione con lo sponsor tecnico Macron si trovano in perfetta sintonia con “Macron 4 Planet”, il progetto a sostegno dell’ambiente che permette alle maglie gara di essere realizzate in tessuto poliestere al 100% riciclato da PET e proprio la squadra bianconera è stata la prima a inaugurare questa abitudine. Voglio spiegarvi meglio: la maglia gara dell’Udinese Calcio è realizzata in Eco-Softlock, tessuto a maglia ottenuto da filato TOPGREEN® certificato da Global Recycled Standard, in poliestere 100% riciclato da PET. Il PET raccolto dopo l’utilizzo, viene ridotto in cip della grandezza di circa 2 mm e viene successivamente trattato per ottenere un filato che garantisce le stesse prestazioni di quello non riciclato. L’equivalente di 13 bottigliette da 0,5 litri dà origine alla quantità di filato che serve per realizzare una maglia.

La prima maglia di quest’anno è un preciso richiamo al passato, s’ispira a quella indossata nel campionato 1995/1996, in panchina c’era Alberto Zaccheroni e in attacco Oliver Bierhoff. Il backneck è personalizzato con la scritta dorata “30 E LODE” a celebrare la trentesima stagione consecutiva in serie A della squadra friulana. Un altro dettaglio grafico importante è nel retrocollo interno dove appare l’etichetta bianconera con il logo del club e la scritta “I PRIMI BIANCONERI D’ITALIA”.

Anche la seconda maglia è un omaggio agli anni ’90, per la precisione la stagione 1994/1995 anno dell’ultima storica promozione in Serie A. Il colore è giallo ocra e il tessuto utilizzato è l’Eco Everton il cui effetto riflettente richiama quello generato dai tessuti che venivano utilizzati nei game kit tipici degli anni ’90.

Bellissima e particolarissima la terza maglia l’Udinese realizzata in collaborazione con la Camera Moda Fashion Trust.

E’ firmata dalla giovane stilista Flora Rabitti con il suo brand Florania, uno dei beneficiari del CNMI Fashion Trust Grant 2023. Al centro del concept la sostenibilità, per la prima volta infatti il kit è realizzato al 100% in materiali eco-sostenibili, come vi ho spiegato prima, già da diverse stagioni l’Udinese indossa divise realizzate in tessuto Eco Fabric, ricavato al 100% dal riciclo di plastica post-consumer, per questo kit sono stati utilizzati per la prima volta materiali riciclati e riciclabili anche per la produzione di tutte le applicazioni a caldo (Logo Macron, sponsor anteriori posteriori e di manica, oltre ovviamente al logo in silicone dell’Udinese e del logo Florania). Nel retrocollo esterno è stampata in nero la scritta WE PLAY FOR THE PLANET, chiaro messaggio che conferma il forte impegno della società friulana nei campi della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente.

La maglia è stata presentata in occasione della Milano Fashion Week è ha visto la partecipazione di Magda Pozzo, Umberta Gnutti Beretta e Warly Tomei (Co-Founders & Co-Chairs del CNMI Fashion Trust), Flora Rabitti e Gianluca Pavanello (CEO Macron). 
Su tutte e tre le maglie è presente ormai da un paio di stagioni il logo “Io sono Friuli Venezia Giulia” grazie alla partnership con Promoturismo e la regione, a testimonianza del forte legame col territorio.
Sono rimasto piacevolmente colpito da questa scelta ecosostenibile dell’Udinese che spero venga seguite anche da altre società, personalmente ormai da qualche anno, dopo essermi trovato a condurre un evento sulle condizioni dei mari in Italia, sto cercando di adottare il più possibile una politica PLASTIC FREE.

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giovedì 6 febbraio 2025

La maglia del Monza - La tradizione e il legame con la Brianza

 Sono particolarmente affezionato alla città di Monza e al Monza calcio. Ho avuto modo di frequentare il C.S. Silvio e Luigi Berlusconi - Monzello, il centro sportivo della squadra Brianzola, prima e dopo l’arrivo della Famiglia Berlusconi e ho potuto vedere con i miei occhi il salto di qualità incredibile che è stato fatto in pochissimi anni.

Il fatto è che non si tratta solo di disponibilità economica, si parla di passione ed è quella che il Dott. Adriano Galliani, Vicepresidente Vicario e Amministratore Delegato del club, trasmette quotidianamente a tutti i dipendenti del Monza.
In 6 anni è stato completamente riqualificato lo stadio Brianteo, adesso il name Rights è U-Power Stadium, il C.S. Silvio e Luigi Berlusconi - Monzello è diventato un training center all’avanguardia.

E fin dall’inizio dell’epoca Berlusconi, 6 anni appunto, lo sponsor tecnico è Lotto Sport Italia. Alcune delle magliette più iconiche del calcio mondiale sono Lotto, dall’Olanda di Van Basten alla Croazia degli anni ’90, l’azienda veneta ha firmate maglie di una bellezza unica.

E’ doveroso darvi qualche cenno storico, Il Monza ha disputato la sua prima stagione in Serie A solo 3 anni fa, e proprio al primo anno ha raggiunto 52 punti, secondo miglior punteggio assoluto per un’esordiente in Serie A. Nel Monza hanno giocato fior di calciatori come Daniele Massaro, Maurizio Ganz, Alessandro Costacurta, Marco Branca, Pierluigi Casiraghi, Evaristo Beccalossi, Anselmo Robbiati, Massimo Oddo e la lista è ancora lunga.

Passione è la parola che più mi risuona nella testa dopo la bella chiacchierata fatta con il Team Lotto e per il Monza Daria Nicoli, Responsabile della comunicazione, e Francesco Bevilacqua, Direttore Marketing.

I lavori per la progettazione della nuova maglia iniziano, come ormai sappiamo benissimo, un anno prima della produzione, massima collaborazione tra Monza e Lotto, ma l’importante è che alla base della scelta stilistica ci sia il rispetto assoluto delle tradizioni: prima maglia rossa con banda laterale bianca, seconda maglia bianca con banda laterale rossa. Sulla terza maglia maggiore libertà grafica.
In casa si gioca sempre con la prima maglia rossa, tranne rarissime eccezioni, allo U-Power stadium è d’obbligo e condivido in piena questa decisione, anzi sulla linea tracciata della Premier League proporrei che anche in Italia le squadra di casa giochino sempre e solo con la prima maglia.

Nel corso degli anni la terza maglia ha assunto un colore azzurrino nell’anno della ricorrenza per i 110 anni del club brianzolo o, quest’anno, nera in omaggio al legame indissolubile con l’autodromo, presentata quest’anno proprio in occasione del Gran Premio di Formula 1.

Rispettando la tradizione la prime due maglia, la rossa e la bianca, nel corso dei 6 anni con Lotto non hanno subito grandi stravolgimenti, l’unica licenza creativa è stata fatta sulla banda, un anno è stata fatta continuare sul pantaloncino, un altro anno è terminata con la scacchiera del rettilineo d’arrivo dell’autodromo.

A livello tecnico le maglie sono realizzate in Recycle Interlock 135, un tessuto ultraleggero che garantisce libertà di movimento e comfort, con un occhio alla sostenibilità. La tecnologia DEEP DRY assicura un elevato grado di asciugatura, favorendo la dispersione dell’umidità generata durante le fasi di gioco più intense.

Ovviamente tutti d’accordo che la maglietta alla quale sono più affezionati, tra l’altro incorniciata allo stadio in una teca trasparente, sia quella della prima stagione in Seria A stagione 2022/2023.

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La maglia del Cagliari - Tradizione, brand sardo con uno speciale omaggio alla Cina

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